Neuropatia delle Piccole Fibre

NPF: variabile “velocità” o “lunghezza-dipendente”

Traduzione da articolo pubblicato da Pain Resaerch Forum il 18 maggio 2016:

http://www.painresearchforum.org/news/67141-tracking-natural-history-small-fiber-neuropathy

La seguente traduzione parziale è puramente a scopo divulgativo e non è in alcun modo a scopo di lucro. Qualsiasi utilizzo a scopo di lucro non è autorizzato. Il testo di seguito non sostituisce in alcun modo fonti mediche ufficiali, né il lavoro del medico. Rivolgersi sempre al proprio medico e fare sempre riferimento a testi e fonti originali.

Tracciare la Storia Naturale della Neuropatia delle Piccole Fibre

Studi caso-controllo, longitudinali, indicano la velocità di perdita di fibre nervose intraepidermiche quale possibile misura diagnostica (by Matthew Soleiman on 18 May 2016)

Nella neuropatia delle piccole fibre (Small Fiber Neuropathy, SFN in italiano anche NPF), la degenerazione di assoni sensitivi sottilmente mielinati e non mielinati è associata a sintomi quali dolore, formicolio, e torpore. Nel diagnosticare la condizione, i clinici spesso si basano su un’immagine di perdita di fibre nervose misurando la densità delle fibre all’interno della cute in un singolo punto alla volta. Tuttavia, alcuni pazienti con chiari sintomi di NPF possono ciononostante avere normali quantità di fibre nervose epidermiche, il che suggerisce che sono necessarie misure diagnostiche aggiuntive.

Attualmente, un piccolo studio longitudinale di Michael Polydefkis, della Johns Hopkins University, Baltimora, USA, indica la velocità di perdita di fibre nervose epidermiche quale misura potenziale. In contrasto rispetto ai partecipanti sani, che avevano livelli di fibre nervose epidermiche stabili a 2-3 anni dalla loro valutazione iniziale, pazienti con diverse cause di NPF hanno mostrato tutti simili riduzioni della densità delle fibre nel tempo. I ricercatori hanno anche rilevato percentuali simili di perdita di fibre lungo diversi punti della gamba, una scoperta sorprendente in quanto i sintomi di NPF generalmente iniziano nei piedi e progrediscono verso l’alto.

“Questo documento suggerisce una nuova variabile per tracciare, dalla biopsia cutanea neurodiagnostica, cambiamenti nella densità dell’innervazione epidermica nel tempo,” scrive Anne Louise Oaklander, del Massachusetts General Hospital e Harvard Medical School, Boston, USA. “Forse in futuro saremo in grado di fattorizzare questo ‘delta’ nelle nostre determinazioni su chi ha o non ha una polineuropatia, in particolare negli stadi iniziali, quando la conta delle fibre nervose potrebbe essere ancora in un range normale, ma in discesa”.

I risultati sono stati pubblicati online l’11 aprile in JAMA Neurology.

Perdita di fibre nervose nel tempo

È ben noto che le fibre nervose che innervano la cute si ritraggono nella NPF, e ancora pochi studi hanno osservato attentamente la progressione della perdita di queste fibre (Lauria et al., 2003; Gibbons et al., 2006). “Una motivazione [per il presente studio] era definire la storia naturale di questo processo,” dichiara Polydefkis. Gli autori erano anche interessati a verificare se vi fossero differenze tra pazienti con differenti cause di NPF, inclusi quelli con NPF idiopatica, NPF associata ad alterata tolleranza al glucosio, e NPF associato a diabete. “Ritenevamo che persone con NPF associata a diabete sarebbero progredite più velocemente,” dichiara Polydefkis.

Per tracciare la densità delle fibre nervose nel tempo, l’autore che conducevo lo studio, Mohammad Khoshnoodi, e i colleghi, hanno esaminato la densità delle fibre intraepidermiche in biopsie cutanee prese da tre punti lungo la gamba —la gamba distale, la coscia distale, e la coscia prossimale. Per i partecipanti sani e ogni gruppo di pazienti con NPF, gli autori hanno misurato il cambiamento delle densità nelle zone epidermiche comparando i valori da un esame iniziale rispetto a un follow up di controllo almeno 2 anni dopo il primo esame. Le proporzioni di uomini e donne, così come la loro età media, erano gli stessi tra i differenti gruppi, con un totale di 52 partecipanti con NPF, e 10 sani di controllo.

Gli autori hanno scoperto che attraverso i differenti gruppi di pazienti con NPF, tutti e 3 i punti lungo la gamba presentavano simili riduzioni della densità delle fibre, contrariamente ai partecipanti sani le cui densità rimanevano stabili. Contrariamente a quanto previsto dagli autori, i 3 gruppi di pazienti con NPF non differivano l’uno dall’altro nella velocità di perdita di fibre, sebbene quelli con NPF associata a diabete e ad alterata tolleranza al glucosio avevano una densità inferiore rispetto ai pazienti con NPF idiopatica alla linea di base.

Questi risultati suggeriscono che nella NPF, vi è una lenta progressiva perdita di fibre nervose epidermiche nel tempo, supportando risultati analoghi con studi condotti da Polydefkis e altri (Lauria et al., 2003; Gibbons et al., 2006), e che gli schemi di questa perdita sono simili in pazienti con differenti cause di NPF. Basata su questi risultati, la velocità di perdita di fibre nervose potrebbe potenzialmente essere utilizzata come ulteriore misura diagnostica di NPF.

Gli assoni più lunghi sono i primi ad essere danneggiati?

I sintomi osservati in NPF tipicamente seguono uno schema lunghezza-dipendente, che ha inizio in aree corporee innervate dagli assoni più lunghi. I ricercatori pensano che la perdita di fibre nervose epidermiche rispecchi questo schema. Infatti, gli autori hanno scoperto che la densità delle fibre nervose nella gamba distale era inferiore rispetto alla coscia prossimale nei pazienti con NPF alla linea di base. Tuttavia, quando hanno esaminato i cambiamenti della densità delle fibre nel tempo, hanno inaspettatamente scoperto non esservi alcuna differenza tra le 3 aree. “A mio avviso, questo ci mostra che la NPF può essere un processo più diffuso di quanto avevamo precedentemente pensato.” scrive Khoshnoodi.

Ancora, in un editoriale accompagnatorio, John Kissel, dell’Ohio State University Wexner Medical Center, Columbus, USA, e Gordon Smith, della University of Utah School of Medicine, Salt Lake City, USA, alzano l’interesse riguardo ai valori assoluti di densità epidermica delle fibre nervose nello studio osservati nello studio, così come l’ampiezza della perdite di fibre nervose. Scrivono che entrambe le misure sono sorprendentemente elevate, rispetto a risultati di altri studi, e che se la perdita di fibre nervose continuasse alla velocità osservata nello studio attuale, le fibre nervose finirebbero per scomparire nelle aree distale e prossimale del corpo, il che è discordante rispetto ai risultati clinici.

“Le fibre epidermiche sono assenti distalmente in significativamente pochi pazienti con neuropatia, ma sono solo raramente assenti prossimalmente,” scrivono. “Questa osservazione suggerisce fortemente che la coorte in questo campione è certamente differente rispetto ad altri riportati o che la diminuzione del profilo temporale a lungo-termine della [densità intradermica delle fibre nervose] deve essere differente prossimalmente, chiamando in questione la conclusione centrale che la NPF può non essere lunghezza dipendente.”

Polydefkis, tuttavia, ha dichiarato che la NPF può apparire lunghezza-dipendente a causa di una pre-esistente differenza tra le porzioni corporee distale e prossimale. Vale a dire, la gamba distale è nota avere meno fibre rispetto alla coscia prossimale negli individui sani, spiegando forse perché i pazienti con NPF nello studio avevano numeri inferiori di fibre nella gamba distale rispetto alla coscia prossimale alla linea di base, e perché i sintomi spesso originano nelle aree con assoni più lunghi. “Se all’esordio si hanno meno fibre distalmente, e si perdono fibre a una velocità costante, teoricamente di diventerà sintomatici prima nella zona distale,” ha dichiarato.

Infine, in merito al dolore, Oaklander sottolinea che il dolore nella NPF non è un risultato diretto della perdita di fibre nervose intraepidermiche. “E’ un biomarcatore per altre anomalie nei percorsi nocicettivi,” scrive, indicando una evidenza che implica i neuroni del sistema nervoso centrale (Central Nervous System, CNS, in italiano SNC) come responsabili primari. “Neuroni di secondo e terzo ordine nel SNC possono essere colpiti dalla perdita di alcuni dei loro imput afferenti primari ad attivarsi eccessivamente.”

Bibliografia:

Editors’ Pick

Longitudinal Assessment of Small Fiber Neuropathy: Evidence of a Non-Length-Dependent Distal Axonopathy.

Khoshnoodi MA, Truelove S, Burakgazi A, Hoke A, Mammen AL, Polydefkis M

JAMA Neurol. 2016 Jun 1; 73(6):684-90.

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